L’illusorietà della materia – Roma 2011

“Non cerco mai di convertire i miei pazienti a qualcosa, e non esercito mai alcuna pressione. A me interessa soprattutto che il paziente possa realizzare la sua personale visione delle cose…. secondo ciò che il suo destino comporta”.

La citazione è tratta da Jung, dal suo testo del 1961, “Sogni, ricordi, riflessioni”.

Vedendo i lavori di Fiamma, mi è venuta in mente all’improvviso: una associazione prepotente alle sollecitazioni che mi avevano stimolato i suoi quadri.
…. perché ritengo che uno degli aspetti che più rendono luminosa la bellezza dei suoi quadri, stia proprio nella capacità che essi hanno di dialogare con chi li guarda. Creando stupore e emozione, suggerendo immagini che salgono dall’inconscio, questa volta dell’osservatore, comunicando, dunque, con i messaggi di Fiamma e intrecciandosi a loro, la quale sa accettarli e in qualche modo integrarli: “se vedi un angelo nel mio quadro, anche se io non l’ho messo, esso evidentemente c’è”.

Tratto da “La memoria delle immagini” recensione alla mostra di Marcella Merlino.